La memoria del Bene 6 marzo- Giornata internazionale dei Giusti dell’umanità

Chi salva una vita salva, salva il mondo intero” (Talmud)

Secondo quanto è scritto nel Talmud, monumentale opera della letteratura ebraica, ogni generazione per volere di Dio conosce trentasei Giusti, uomini o donne che, davanti al male, scelgono di compiere il bene, mettendo così al riparo il mondo dalla distruzione. Essi non sono né eroi né santi, ma sono nati giusti e non sopportano l’ingiustizia, per questo trovano il coraggio di farsi carico delle sofferenze altrui e di agire per alleviarle.

Dal 2012 la Giornata Europea dei Giusti dell’Umanità si celebra ogni 6 marzo ricordando in questa data tutte le persone che hanno operato il Bene e che pertanto sono riconosciute Giuste per estensione del titolo che Yad Vashem conferisce a chi, non ebreo, a rischio della propria vita, ha salvato la vita anche di un solo ebreo durante la Shoah. Lo Yad Vashem è un santuario laico eretto nel 1953 dal parlamento israeliano per non obliare la sofferenza delle vittime della Shoah e di tutti i Giusti che hanno contribuito alla salvezza di tante altre vite. Esso è situato sul monte Hertzl di Gerusalemme il cui nome deriva dall’ebraico e significa “Un memoriale e un nome”. Nel 1962, invece, è sorto il Giardino dei Giusti, su iniziativa del magistrato Moshe Bejski,. Nel giardino è piantato dai Giusti stessi un albero di ulivo o di carrubo che rappresenta la memoria e un ricordo imperituro: lasciare un segno in eterno.

Gli studenti e le studentesse del progetto “Il valore della memoria”, guidati dalla professoressa Marinella V. Sciuto, presso il Liceo “Archimede” di Acireale, hanno deciso di dedicare questa Giornata alla strage di migranti consumatasi a largo delle spiagge di Cutro, in provincia di Crotone, lo scorso 26 febbraio.

Ancora oggi continuano le ricerche per i dispersi e aumentano sempre più i numeri dei morti che oggi contano 79 vittime. Tra gli ultimi ritrovamenti il corpo di una bambina di circa tre anni, diciassettesimo minorenne, e quello di una donna identificata con il nome di Torpekai Amarkel sulla quarantina che scappava dall’Afghanistan dove aveva lavorato come giornalista alla radio nazionale e che collaborava con l’Onu. Erano siriani, afghani, pakistani, iraniani, palestinesi e somali, tutti scappati dalla guerra, dalle persecuzioni, dalla fame e dalla povertà.

Indignati per il mancato soccorso alle vittime di questo ennesimo naufragio nel Mediterraneo, i ragazzi e le ragazze del progetto hanno realizzato uno striscione riportandovi le parole del Talmud, «Chi salva una vita, salva il mondo intero» associate alla necessità di fare memoria della nostra umanità e di esercitarla a difesa della dignità di tutti gli esseri umani, soprattutto quelli che non possono esercitare i propri diritti nel loro paese d’origine. Di fronte a quanto tristemente la cronaca quotidianamente ci mostra, questi ragazzi hanno scelto di non cadere nella tentazione di girare lo sguardo altrove, seguendo piuttosto la lezione della senatrice Liliana Segre: «L’indifferenza è l’apatia morale di fronte agli orrori del mondo. La memoria vale proprio come vaccino contro l’indifferenza».

Alla memoria dei Giusti il liceo “Archimede” aveva già dedicato nel 2018 il murales di un albero la cui fronda e le cui radici sono rappresentate da una trama di nomi, quelli dei Giusti. La memoria del bene è infatti fondamentale per permetterci di riappacificarci con la storia, anche quando essa è carica di orrori, di fare i conti con il passato e di continuare a coltivare la speranza nell’umanità. Questo murales trasse spunto dal Giardino dei Giusti di Gerusalemme, per rappresentare a sua volta un segno indelebile e visibile che permettesse a tutti i ragazzi e le ragazze della nostra scuola di prendere coscienza e di conoscere che “il ricordo del bene è fondamentale […] perché insegna alle generazioni più giovani che chiunque può decidere di aiutare gli altri esseri umani e di difendere la dignità umana” E tuttavia, come ha giustamente scritto Gabriele Nissim, presidente della fondazione Gariwo di Milano, su La Stampa lo scorso 5 marzo, «non c’è solo la memoria da onorare: c’è l’azione morale da esercitare.

Chi salva una vita salva il mondo intero: mai come adesso abbiamo il dovere di ricordarlo».

Sara Francesca Pappalardo , corsista classe 3 D

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