They are the memory alive – the survivors

La locandina che abbiamo appeso in V AS parla di qualcosa caro a noi del PTOF “Il valore della Memoria”: l’idea che questa Memoria non sia solo un mero insieme statico di fatti da ricordare, ma qualcosa da comprendere sotto tutti i suoi aspetti, da interiorizzare e da coltivare: lo spazio è occupato da una lettera ebraica che, letta da sinistra verso destra, significa “noi” e che, al contrario, significa “voi”. Sotto questa lettera, sullo sfondo, vediamo i volti di alcuni sopravvissuti ai campi di sterminio, che con la loro esistenza provano il fallimento del progetto di sterminio


Quel “noi/voi” del grafema siamo proprio noi che, non avendo vissuto direttamente quel contesto storico, dobbiamo farci carico di tramandare quella Memoria multiforme e viva ai nostri pari e al resto della società, rompendo quel paradosso della memoria che porta – più o meno maliziosamente – a fare ammenda in modo formale e autoassolutorio per poi ricadere, in contesti diversi, nelle stesse situazioni del passato
A suggello di tutto questo, la didascalia recita “They are the memory alive – the survivors” e poi, in piccolo, una citazione della giornalista e scrittrice (nonché figlia di un’ebrea tedesca che riuscì a fuggire nel 1938 negli USA) Fern Schumer Chapman: “Memory for most is a kind of afterlife: for my mother, it is another kind of afterlife”

A cura di Francesco Di Guardo, 5AS, corsista del PTOF “Il valore della Memoria”, anno scolastico 2022/2023

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