21 marzo, la coscienza del bene

Teatro Politeama di Palermo, foto scattata dai nostri corsisti

“La memoria è come il telefono senza fili ma è a voi giovani che affidiamo la speranza che niente vada perduto” queste le parole di Andra e Tatiana Bucci, tra le 50 bambine sopravvissute allo sterminio di Auschwitz, che, oggi, 21 marzo 2023, sono state pronunciate al Teatro Politeama di Palermo. Un giorno caratterizzato da tante ricorrenze in qualche modo collegate tra loro: giornata italiana di memoria delle vittime della mafia e giornata internazionale di lotta al razzismo.

Presente il Liceo Statale Archimede di Acireale, in modo particolare i 40 ragazzi del progetto “il valore della memoria. Diritti Negati, diritti riconquistati, diritti da difendere” che da mesi approfondiscono questa pagina della storia, insieme ad altre scuole secondarie di primo e secondo grado provenienti da tutta la Sicilia invitate dalla fondazione museo della Shoah di Roma, il cui presidente è Mario Venezia, figlio del sonderkommando Schlomo Venezia. Insieme ad Andra e Tatiana, era presente il cugino Mario De Simone, fratello minore di Sergio De Simone, uno di quei 20 bambini, dieci maschi e dieci femmine, definiti nel gergo nazista, “stock”, pezzi, provenienti da tutta Europa. Particolarmente perfida la domanda rivolta loro dal dottor Mengele per favorire la spontanea selezione : “ chi vuole rivedere la mamma, faccia un passo avanti”. I bambini, desiderosi di rivedere la mamma, saranno utilizzati ad Amburgo nella notte tra il 20 e il 21 aprile del 1945, a porche settimane dalla fine della guerra, dal dottor Kurt Heissmeyer, medico pneumologo che, particolare questo ricordato da Mario De Simone, fino al 1966 continuò ad esercitare la professione medica indisturbato fino al suo arresto e successiva morte in carcere nel 1967!

Foto che ritrae Sergio De Simone e la madre Gisella Perlow, tratta dal libro “Noi, bambine ad Auschwitz. La storia di sopravvissute alla Shoah” le cui autrici sono Andra e Tatiana Bucci.

Falliti gli esperimenti, con la guerra in fase di chiusura, ritenuti i bambini pericolosi testimoni davanti ai vincitori futuri giudici dei crimini di guerra, si applicano le misure di sterminio, somministrando la morfina. I bambini però, rimasti vivi, vengono impiccati e lasciati pendere come “quadri appesi”, come dichiarato dal custode della scuola nel cui sotterraneo avvenivano gli esperimenti dei medici nazisti.

Nella foto (da sinistra) Tatiana Bucci, Sergio De Simone e Andra Bucci durante la loro ultima estate a Fiume prima dell’internamento. Anch’essa tratta dal libro “Noi, bambine ad Auschwitz. La storia di sopravvissute alla Shoah” di Andra e Tatiana Bucci.

Nel racconto, in particolare di Mario, nato nel 1946, è stato particolarmente toccante il percorso di scoperta di questa storia del fratello che non ha mai conosciuto e che per molto tempo, fino agli anni 80, veniva perfino ancora ritenuto, specie dalla mamma, potenzialmente sopravvissuto. Per i 20 bambini di Bullenhuser Damm, questo il nome della scuola, Mario ha fondato un’ associazione che li ricorda intitolata a suo fratello Sergio. Per le sorelle Bucci, essere sopravvissute, rappresenta un grave fardello ma anche una grande speranza per il futuro.
Rientriamo nelle nostre case con una missione da compiere: tenere sempre attiva la “trasmissione” della memoria di atrocità compiute non da mostri ma da esseri umani come noi. Conoscere la storia ci aiuta a prenderne coscienza.

Sara Francesca Pappalardo, corsista classe 3D

Lascia un commento